Calcolare le provvigioni sulla base del fatturato o dell’incassato? Questo è il problema. Ecco quali sono i pro e i contro dei due metodi.
Le provvigioni fanno parte del mondo degli agenti di commercio in quanto rappresentano il principale strumento attraverso il quale vengono remunerati per il lavoro svolto.
La provvigione, infatti, è una percentuale del fatturato risultato dell’intermediazione dell’agente di commercio tra l’azienda mandante e il cliente che ha acquistato il bene o il servizio.
Il problema che talvolta le aziende si trovano ad affrontare, riguarda la determinazione della cifra sulla quale calcolare la provvigione dell’agente di commercio: fatturato o incassato?
Questa differenziazione deriva dalle diverse situazioni che possono caratterizzare il mercato in cui opera l’azienda: talvolta è molto più facile concludere una vendita ma e al contrario estremamente difficile per l’azienda incassare quanto dovuto. Se la fattura non viene pagata alla scadenza pattuita, l’azienda dovrà per forza di cose ricorrere a procedure di recupero crediti che non hanno sicuramente né tempistiche brevi né costi irrisori.
La discussione che nasce intorno a questo argomento in realtà poco a che vedere con l’agente di commercio, il quale non ha ovviamente responsabilità dell’incasso, tuttavia lui rimane l’intermediario e la persona di riferimento per la trattativa.
Per questo alcune aziende stabiliscono contrattualmente come le provvigioni vengano calcolate post scadenza fattura sulla base di quanto il cliente ha effettiva ha effettivamente pagato.